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Notiziario del Movimento 5 stelle di Basilicata che raccoglie tutte le attività del gruppo consiliare di Basilicata. Copia n.1

Depositata una mozione dei Portavoce 5 Stelle Leggieri e Perrino che esorta la Giunta Regionale a costituirsi parte civile nel procedimento penale c.d. Monnezzopoli che vede coinvolte note aziende che operano nel settore dello smaltimento dei rifiuti.
In particolare, in base ad accordi tra Regione, Provincia e società preposte allo smaltimento dei rifiuti, quest’ultime dovevano procedere alla separazione e alla vagliatura dell’immondizia apponendo i relativi codici di attestazione di trattamento prima di portarla in discarica.
Eppure, in base alle notizie riportate anche dagli organi di stampa, secondo la Procura potentina tutto veniva destinato “tal quale” nelle discariche lucane, prescindendo dalla separazione e dalla vagliatura, apponendo un falso codice di attestazione di trattamento. Tra l’altro, sembrerebbe che molte cariche politiche locali fossero al corrente di tale scenario senza far nulla per porvi rimedio.
I due Portavoce tengono a precisare che con questa azione non si vuole anticipare alcuna sentenza di condanna nei confronti dei vari indagati ma solamente essere d’impulso all’ente Regione ad assolvere all’onere della costituzione di parte civile in un processo che la vede parte offesa del reato. Per giungere a conclusioni di tal fatta- aggiungono- bisogna attendere che la giustizia faccia il suo corso.
Tuttavia- continuano Leggieri e Perrino- nei procedimenti giudiziari relativi ad inquinamento e disastri ambientali già pendenti, la Regione Basilicata ha ritenuto di proseguire nell’inerzia più totale dimenticando di tutelare la salute dei cittadini e la salvaguardia dei territori interessati.
In questi casi, la costituzione di parte civile, oltre a rappresentare un segnale importante su come le istituzioni lucane considerino tali tipologie di reati, costituisce un atto dovuto nei confronti di una popolazione che oltre tutto si vede ai primi posti in Italia nel tragico aumento delle patologie tumorali.
Il termine per la costituzione di parte civile è quello del 30 ottobre 2014, data in cui è stata fissata l’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Potenza. Ora vediamo da che parte stanno i politici lucani!
MOZIONE M5S CONTRO LE TRIVELLAZIONI DELLA BASILICATA: IL CONSIGLIO REGIONALE NE APPROVA UN’ALTRA CHE LE BARATTA CON LO SBLOCCO DELLE ROYALTIES.
Dopo un’estenuante seduta, iniziata con l’usuale ritardo di qualche ora e piena di interventi prolissi e ridondanti di gran parte dei componenti del Consiglio regionale, maggioranza PD e “pittelliana” insieme a parte dell’opposizione (Sel, Lb-Fdi, Pdl-Fi, fatta eccezione per il M5S), hanno votato compatte una mozione che impegna il Presidente Pittella e la sua Giunta a chiedere al Parlamento la modifica degli art. 37 e 38 del decreto c.d. “Sblocca Italia”. In particolare, si è richiesta la loro riscrittura in coerenza con la vigente Costituzione che assegna alle Regioni “competenza concorrente” nella gestione delle fonti di energia (compresi gli idrocarburi). Attenzione però: nella mozione approvata dallo schieramento bipartisan, si impegna Pittella a barattare le attuali e future estrazioni petrolifere della Basilicata con le royalties di cui si chiede, modificando anche l’art. 36 del decreto “Salva Italia”, l’esclusione dal patto di stabilità. 
Nella mozione (poi trasformata in risoluzione) proposta, invece, dal M5S veniva richiesto a Pittella di intervenire sul Parlamento per cancellare lo “sblocca trivellazioni” disposto da Renzi con evidente vizio di incostituzionlità. Con decreto legge lo Stato avoca a sè tutte le competenze (esclusive) in materia di fonti energetiche, in palese violazione dell’art. 117 della Costituzione e del principio di leale collaborazione con le Regioni. La nostra mozione chiedeva, nel caso in cui il decreto “Sblocca Italia” venisse convertito nell’inaccettabile formulazione attuale, di impugnarlo innanzi alla Corte Costituzionale.
Il nostro documento conteneva inoltre, riferimenti più ampi e articolati, che toccavano aspetti quali la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. Al contrario, il documento licenziato dal Consiglio lega indissolubilmente l’impugnazione dello ‘Sblocca Italia’ alla esclusione delle royalties dal famigerato patto di stabilità. Il Consiglio e il “Gladiatore” (di cartone) dimenticano, però, che la legge regionale approvata a luglio scorso che “sbloccava” le royalties è stata impugnata da Renzi innanzi alla Corte Costituzionale.
Unico in Consiglio, il M5S non ha ceduto al “ricatto” delle royalties, ribadendo che l’aggressione al territorio della Basilicata è diventato ormai insostenibile. Non solo va fermato Renzi, ma vanno fermate anche tutte le trivellazioni: l’entità dei danni ambientali e sanitari che la filiera del petrolio sta arrecando ai lucani ed alla Basilicata è di gran lunga superiore a qualsiasi royalty. Dal petrolio la Basilicata ha ottenuto solo povertà e malattie!
Per la cronaca: la nostra mozione-risoluzione ha ottenuto 2 voti favorevoli (i nostri), 12 astensioni e 0 voti contrari. Ma la lotta del M5S va avanti. La terra lucana e la salute dei suoi cittadini non possono essere svenduti per quattro soldi a favore delle multinazionali del petrolio e del gas!